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Visita all'acquedotto di via Padova

 

Di: Alice Pignataro, Nina Caspani e Rim Haj Kaddour.
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Il giorno 19 febbraio 2020 ci siamo recati, insieme alle prof.ssa Pozzi e alla prof.ssa Bracchi all’acquedotto di via Padova di Milano. Per arrivare abbiamo preso la metropolitana fino alla fermata "Cascina Gobba". Da lì abbiamo camminato per circa dieci minuti a piedi e siamo arrivati alla Centrale.

 

A Milano l’acquedotto è sempre stato molto efficiente, sia dal punto di vista delle risorse, sia dal punto di vista dell’organizzazione. Infatti Milano è una città molto ricca di acqua, perché il suo territorio, verso sud, è caratterizzato da un fenomeno, quello delle risorgive o fontanili, per cui l’acqua delle falde acquifere sottostanti a Milano esce dal terreno e irriga i campi rendendoli fertili. Inoltre l’acquedotto è dotato di un sistema non ad albero, per cui l’acqua viene condotta nelle nostre case attraverso una rete capillare formata da tanti tubi. Grazie a questo sistema, l’acquedotto di Milano non ha mai smesso di pompare acqua fino alle nostre abitazioni dai tempi dalla sua fondazione nel parco Sempione.

 

Il fenomeno delle risorgive

 

La realizzazione del primo acquedotto pubblico di Milano è avvenuta a partire dal 1888, e da quell’anno non si è mai interrotto. L’acquedotto è nato nel parco, l’acqua viene prelevata dai numerosi pozzi osservabili sotto forma di tombini.

Lì ci sono due centrali per controllare sempre che tutto vada per il verso giusto, anche se il centro autentico dell’acquedotto di Milano  è a San Siro, dove, grazie alla tecnologia, si può controllare ogni centrale ed eventualmente risolvere eventuali guasti.

                                              

Alle nove del mattino siamo entrati nel cortile dello stabilimento, pronti per iniziare la visita. La nostra guida ci ha condotto all’ingresso della sala controlli, per osservare due pompe utilizzate nel passato per prelevare l’acqua dalle falde. Successivamente ci ha portato a vedere una grande sala con tante vasche piene di acqua e carbone attivo che serviva per la depurazione. Il carbone attivo ogni anno viene condotto presso una fabbrica per essere sanificato dai troppi microbi e non potrebbe, pertanto, svolgere al meglio il suo lavoro. Dopo questo procedimento, il carbone torna all’ acquedotto, pronto per essere riutilizzato. 

Successivamente la guida ci ha condotto nella sala controlli, in un edificio al chiuso, dove si controllano i pozzi circostanti e il funzionamento della struttura. Infine, ci siamo recati in una stanza alla quale si poteva accedere in piccoli gruppi a uno stretto corridoio che ci portava molto vicino a una gigantesca vasca non visibile dall'esterno, che era destinata alla distribuzione dell’acqua in tutta la città. Pensate che la sua massima capienza era di ben 16 000 000 litri cubi…!  

Alla fine della visita, ci siamo spostati fuori dall’edificio principale e ci siamo diretti verso la metropolitana, pronti per ripartire.

Invece di tornare diretti a scuola per le ultime due ore di lezione, siamo andati, però, nel parco a cercare i tombini che ci aveva indicato la guida. Ne abbiamo trovati molti,

(come questo pozzo dell’acqua potabile nel parco Sempione che vedete qui a lato), li abbiamo fotografati accuratamente e ci siamo diretti a scuola.

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Per concludere, abbiamo chiesto ai nostri compagni se l’uscita gli fosse piaciuta, e, facendo una indagine statistica generale, abbiamo capito che è piaciuta alla maggior parte della classe, anche se una sparuta minoranza si è, ogni tanto, un po’ annoiata.

 

Questa gita secondo noi è stata molto divertente e istruttiva e ci ha aiutato a comprendere finalmente il funzionamento dell’acqua nella nostra città.

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